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  Cessione del Quinto dello stipendio

L'espressione cessione del quinto di stipendio deriva dal fatto che l'importo massimo della rata di rimborso del prestito non puo' superare il valore di 1/5 (cioe' il 20%) dello stipendio mensile netto continuativo, inoltre la durata massima consentita e' di 120 mesi e la minima abitualmente non e' inferiore ai 24 mesi.

Il termine massimo della durata non puo' eccedere comunque il termine del rapporto di lavoro e il pensionamento, tranne che per i dipendenti pubblici, i quali possono decidere se estinguere il debito o traslarlo sulla pensione. Oggi e' possibile l'accesso alla cessione anche da parte dei pensionati ed in questo caso la scadenza non puo' eccedere il 90mo anno di eta', anche se oggi nella prassi le compagnie di assicurazione limitano il rischio assumendo prodotti con un massimo di 85 anni. Tuttavia alcuni gruppi bancari, facendo ricorso al fondo previdenziale INPDAP riescono ad arrivare fino ad un massimo di 95 anni di eta'.

La legge prevede che, al momento della stipula del contratto con la societa' finanziaria, si stipuli anche una assicurazione sui rischi vita ed impiego. Nel caso di "rischio impiego" l'assicurazione interviene, ma ha diritto di rivalsa nei confronti del debitore, nei limiti del TFR (Trattamento di fine rapporto) fino a quel momento maturato: tale cifra, accantonata dall'azienda in un apposito fondo, resta quindi indisponibile per il mutuatario che accede al finanziamento; si tratta quindi di un'assicurazione a vantaggio della finanziaria. Nel caso di "rischio vita", l'assicurazione interviene senza vantare diritto di rivalsa nei confronti degli eredi.
Come previsto dall'ultima versione del D.P.R. 5 gennaio 1950 n. 180 (come aggiornato dalla legge 14 maggio 2005 n. 80) questa tipologia di prestito e' destinata a tutte le categorie di lavoratori dipendenti, sia dello Stato e del comparto para-statale (come specificamente previsto dal testo originale del provvedimento legislativo) che delle aziende private (come definitivamente sancito dagli aggiornamenti previsti dalla legge 80/2005). Nella stessa legge 80/2005 e' stata estesa la possibilita' di cedere parte della propria retribuzione anche ai pensionati di tutti gli enti previdenziali.

Possono contrarre la richiesta anche i dipendenti delle aziende private, ma la banca o l'ente finanziario si riserva la possibilita' di valutare le garanzie. Le aziende vengono valutate per il capitale sociale, il numero di dipendenti e soprattutto si guarda se in passato hanno autorizzato altri contratti di cessioni ai propri dipendenti. Quest'ultima verifica dimostra se l'azienda e' precisa nei pagamenti.
Puo' succedere che nel tempo alcune aziende private che prima sono valutate positivamente perdano la possibilita' di concedere ai propri dipendenti la trattenuta, perche' dalle banche risultano poco gradite.

La particolarita' di questa soluzione di finanziamento e' che il rimborso avviene con trattenuta della rata direttamente in busta paga. Tale peculiarita' fa si' che il rischio di insolvenza volontaria del debitore venga abbattuto fortemente anche se, trattandosi comunque di una cessione volontaria, e' sempre e comunque revocabile. Da cio' deriva anche che, in virtu' della forma tecnica del prodotto, e' previsto il coinvolgimento del datore di lavoro nell'estinzione del finanziamento quale condizione fondamentale per l'erogazione del prestito.
In buona sostanza sara' il datore di lavoro a pagare la rata alla Banca trattenendo contestualmente l'importo dalla busta paga del proprio dipendente.
Questo articolo e' pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto dalla voce di Wikipedia: "Italia".

Su sceglilarata.com e' possibile effettuare gratuitamente dei preventivi di cessione del quinto ed inoltrare la richiesta di fattibilita' all'Istituto di Credito scelto, tutto senza impegno.


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